Per un giorno il vecchio manicomio femminile di via Giulio è ritornato a essere quello che era, sia pure per uno spettacolo teatrale, non mi sono lasciato scappare l’occasione di effettuare quattro scatti!
MANICOMI TORINESI,
tratto dall’omonimo libro di Nico Ivaldi (Editrice Il PuntoPiemonte in Bancarella, 2018) è l’esito di un percorso laboratoriale durato due anni, in cui la regista Donatella Lessio ha esplorato la figura del Fool insieme agli attori che hanno seguito il lavoro.
Nel gruppo si sono alternati diversi partecipanti, alcuni dei quali si esibiscono nello spettacolo ambientato nell’ex Manicomio di via Giulio, “l’albergo dei due pini” noto a tutti i torinesi. Una città nella città, con regole e caratteristiche proprie, nella quale era molto facile entrare e dalla quale era difficilissimo uscire.
Lo spettacolo si presenta come “svelamento” del Folle, figura archetipica di tante tradizioni sapienziali e artistiche: il Folle può dire sempre la verità, può apparire e scomparire senza motivo, cambiare direzione e rivelare nuove strade per attraversare l’esistenza. La scelta di associare la ricerca sul Fool alla storia dell’istituto manicomiale vuole offrire uno sguardo inedito, “folle”, appunto, sul manicomio, che mostra un legame profondo tra la ghettizzazione del pazzo e la negazione della propria follia. Come i malati mentali, veri o presunti, abitavano una città isolata dal contesto urbano, segreta e paurosa, così il nostro Folle interiore abita la personalità di ognuno in maniera sotterranea, misteriosa, esprimendo la parte Ombra che la società non intende o non riesce ad integrare.
Il progetto teatrale è stato seguito da Davide Novelli, che ha documentato il lavoro con fotografie e riprese, durante i due anni di sviluppo, fino a realizzare un video che verrà proiettato al termine di ogni turno di spettacolo. Il video raccoglie momenti delle prove, interviste alla regista, agli attori, allo scrittore Nico Ivaldi e al dottor Annibale Crosignani, psichiatra che ha “abitato” via Giulio per lunghi anni, divenendone la memoria storica vivente.